Pirati e navigatori che conquistarono la Sicilia
La Sicilia è l’isola del Mediterraneo che ha visto più conquistatori e nella quale questi hanno lasciato le loro tracce in maniera forte. Fenici, Greci, Romani, Arabi, le hanno lasciato una cultura profonda e vivace, città e siti archeologici di una suggestione unica che fanno rivivere la storia dell’isola. La presenza dei Fenici in Sicilia risale al X secolo a.C. Essi erano un popolo di navigatori che esportavano in Occidente preziosi manufatti in cambio di materie prime. Oltre ai fenici anche i greci usavano imbarcazioni simili: si usava una vela quadrata che veniva alzata con il pennone. I remi si usavano solo in prossimità dei porti oppure in assenza di vento, mentre la vela si usava in mare aperto.
Il capitano della nave conosceva bene le correnti marine, i venti predominanti e le coste e praticava la navigazione orientandosi con il sole e le stelle. In buona parte della Sicilia è evidente la presenza della civiltà greca, le cui prime colonie sorsero nella Sicilia orientale. I Greci, come i Fenici, erano grandi navigatori, soprattutto per il commercio via mare, sia con i popoli delle colonie che in altri luoghi. Le navi usate dai commercianti nel mondo antico erano piuttosto larghe e di forma arrotondate, adatte a trasportare merci di ogni genere. Per circa 300 anni la Sicilia fu oggetto di continue scorrerie soprattutto da parte dei pirati saraceni provenienti dal Nord Africa.
I mori all’epoca erano ormai diventati la potenza più dinamica del Mediterraneo. La presenza araba è stata fondamentale per l’Isola, perché la civiltà arabo-sicula è stata di stimolo artistico e letterario, ma anche tecnologico, ad esempio con l’introduzione di sistemi di irrigazione che daranno origine « giardino mediterraneo » ad agrumi.